Esposto in Procura dell'associazione Codici Ambiente in merito ad uno studio shock che riguarda le discariche dei rifiuti nel Lazio.
Lo studio
L'associazione ha appreso di uno studio scientifico pubblicato nel 2016 sull’International Journal of Epidemiology dagli esperti del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. Dallo studio sarebbero emersi dati che dimostrerebbero che vivere ad una distanza inferiore ai 5 chilometri da una discarica di rifiuti aumenterebbe del 34% il rischio di contrarre cancro polmonare, e aumenterebbe altresì del 5% il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie con conseguenze maggiori sui bambini. Tale
studio sarebbe stato condotto su un monitoraggio delle condizioni di salute di oltre 200.000 persone, residenti in prossimità delle nove discariche laziali site ad Albano Laziale, Bracciano, Latina, Civitavecchia, Guidonia, Viterbo, Roma, Roccasecca e Colleferro dal 1996 al 2008. Stando ai ricercatori, "l'esposizione a solfuro di idrogeno (un tracciante di contaminazione aerotrasportata dalle discariche, è stata associata alla mortalità per cancro del polmone, nonché alla mortalità e morbilità per malattie respiratorie. Il legame con le malattie respiratorie è plausibile e coerente con i precedenti studi, mentre l'associazione con il cancro del polmone merita altri approfondimenti”.
Stando alle dichiarazioni della coordinatrice dello studio, dott.ssa Francesca Mataloni "L’incremento dei casi di tumore dei polmoni in prossimità delle discariche è un dato relativamente nuovo i fattori responsabili di questo aumento dei casi potrebbero riscontrarsi ne gli inquinanti atmosferici emessi dalle discariche che i ricercatori hanno tracciato usando come riferimento il solfuro di idrogeno". Secondo la Mataloni, si sarebbe rinvenuto un legame tra esposizione al solfuro di idrogeno e mortalità per cancro dei polmoni come anche per i casi di malattie respiratorie connessione che sarebbe spiegata dall’esposizione ai gas irritanti e ai contaminanti di tipo organi co emessi dai punti di raccolta rifiuti urbani. Nonostante le evidenze che sembrerebbero emergere da questa ricerca, la stessa sembra
del tutto ignorata sull’intero territorio nazionale.
Le istituzioni
Appare di tutta evidenza che le considerazioni e le valutazioni oggetto del rapporto pubblicato sull’International Journal of Epidemiology corroborate da evidenze scientifiche riportate nel predetto studio, non possono non allarmare sul nocumento che potrebbe interessare la salute delle migliaia di residenti nelle zone limitrofe alle succitate discariche.
Data la rilevanza delle esposizioni e delle critiche riportate nello studio per altro commissionato da Regione Lazio, su una materia di competenza esclusiva dell’ente regionale si sarebbe dovuto dare corso ad ulteriori analisi e/o approfondimenti al fine di accertare o escludere l’effettivo impatto sulla popolazione residente n elle zone attigue alle discariche interessate appare, quindi particolarmente grave la disattenzione sui risultati di uno studio richiesto ormai cinque anni orsono dalla Direzione Rifiuti predetto ente che, al contrario, ignorando i risultati della ricerca, negli ultimi anni avrebbe adottato una serie di atti amministrativi autorizzativi in merito a i nove siti di discarica oggetto dello studio.
Vivere ad una distanza inferiore ai 5 chilometri da una discarica di rifiuti aumenterebbe del 34% il rischio di contrarre cancro polmonare e del 5% il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie con conseguenze maggiori sui bambini.
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